Parco Nazionale D'Abruzzo, Lazio e Molise

Visita Pescasseroli

Parco Nazionale d’Abruzzo a Pescasseroli

L’area naturistica più famosa e antica d’Italia

Il Parco Nazionale d’Abruzzo rappresenta un’area naturale protetta, che è la più nota e secolare di tutto il territorio italiano. Una preziosa riserva che è considerata la capostipite dei parchi italiani, che oggi è conosciuta con il nome di Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Inaugurata in questa sua forma il 9 settembre del 1922, sotto la presidenza dell’ingegnere e deputato abruzzese Erminio Sarpi, fu istituita ufficialmente con il decreto regio n. 257 dell’11 gennaio 1923.

Il parco può contare su una superficie di circa 50.000 ettari, a cui si accompagna la fascia di protezione esterna che, nel complesso, fa raggiungere al Parco Nazionale d’Abruzzo un’estensione di circa 100.000 ettari di natura protetta.

La ricchezza di fauna e flora che è possibile riscontrare all’interno del parco, si estende per tre regioni del centro Italia: Abruzzo, Lazio e Molise. L’istituzione del Parco Nazionale occupa i territori di innumerevoli paesi montani, per questo riveste un ruolo fondamentale nella conservazione di alcune importanti specie tipiche della fauna dell’Italia appenninica, come l’Orso Bruno Marsicano, il Camoscio d’Abruzzo e il Lupo appenninico.

Anche molti altri esemplari, oltre a questi, hanno oggi l’occasione di vivere protetti all’interno del parco, così come le innumerevoli specie della flora tipicamente appenninica.

Escursioni nel verde incontaminato

Camminando nel Parco Nazionale d’Abruzzo si scopre che è coperto per due terzi da faggeti – una delle maggiori estensioni continue di tutto l’Appennino. In quest’ambiente naturale, è possibile osservare numerosi esemplari antichi che – grazie alla perfetta armonia della natura – costituiscono il rifugio ideale per specie come il picchio di Lilford.

Al di sopra della faggeta, poi, di solito le pietraie di alta quota ospitano formazioni di pino mugo, un arbusto (cespuglio) molto raro sull’Appennino. Inoltre, si trova qui anche una notevole quantità di varietà arboree legate a questi ambienti estremi – residui della vegetazione dei periodi glaciali o specie endemiche e localizzate.

Negli studi e nella tutela del Parco Nazionale d’Abruzzo, inoltre, è stata data una grande attenzione alla ricostruzione della catena alimentare originaria della fauna locale. Si spiega in questo senso, infatti, la reintroduzione del cervo, del capriolo, e di altri grandi carnivori. La loro presenza ha permesso di ricreare le condizioni alimentari precedenti agli interventi intensivi dell’uomo.